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Meccanicamente viaggia a ritroso fino agli anni Ottanta, per poi tornare al presente con il Geko, un omaggio verde brillante ad Arlen Ness. La grinta e la classe billet delle sue street dragger si fondono con elementi del più recente Club Style

Un rispettabile bagaglio culturale bicilindrico, la navigazione di lungo corso sulle rotte del custom e un magazzino ben fornito di accessori sono una combinazione di elementi che, di solito, in officina promette molto bene. Se poi consideriamo che Piffio è un tipo che preserva con devozione i suoi grandi amori, ma non ama ripetersi, ecco che il quadro è perfetto per capire come e perché ha preso forma il “Geko”. Un omaggio sentito e tutt'altro che banale al "grande vecchio" Arlen Ness, nel fare ricorso alla nobile arte del billet e dell'aerografo in un originale punto di vista sul Club Style, già visto e stravisto di suo. Il 47enne fondatore di Meccanicamente aveva iniziato a conoscere e ad amare lo stile Ness quando ancora Internet era roba da scienziati e militari. Le immagini dei suoi digger e dei capolavori hi-tech degli anni Ottanta, che avevano saputo fondere le forme classiche del custom con la raffinatezza e la prestazionalità degli street rod a quattro ruote, arrivavano da noi soltanto nelle pagine delle rare riviste stampate. Con quelle foto a colori bene impresse sulle rétine, aveva giusto 22 anni quando Piffio costruì il suo primo custom su una Yamaha Drag Star, con le linee ispirate al mentore di San Leandro. La più recente è una Dyna Super Glide 1450 reinventata per l'amico Claudio.

Certo, sotto i ponti idraulici dell'officina di Cormano, alle porte di Milano, ne sono passati di full custom con evidenti tracce di... Nesstalgia. Tanto per restare al passato recente, Piffio ha rievocato la potenza visuale - e non solo - dei digger con Greta, dalle ruote panoramiche Invader da 21", la girder succinta come un perizoma e uno Shovel tirato a superlucido. Con il Geko, Piffio ha deciso di costruire una moto speciale ed economicamente sostenibile, su una base a stagionatura di 18 anni ancora in grado di sapori forti. Anziché accomodarsi pigramente sulle bagger pronte per la MotoGP e l'ostentazione barocca del Chicano Style, ha deciso di pescare dal suo serbatoio personale e dagli scaffali più impolverati qualcosa che, per alcuni, non è mai davvero andato fuori moda. «D'altronde io faccio il customizzatore, non l'assemblatore», dice. E nel mischiare le carte degli stilemi ha voluto rifilare - parole sue - «uno schiaffo morale a quelli che cambiano verniciatura alla stessa moto per riproporla tale e quale, un paio d'anni dopo. Io un Dyna Club Style l'ho pensato così, con le FXR di Arlen Ness in testa».

  

Ne è uscita una street style (o club dragger?) slanciata, vivace, completa. Funzionale e funzionante, realizzata puntando il grosso della posta sulle ruote billet Revel di Performance Machine e sulla primaria a cinghia scoperta Primo, per poi rientrare nel budget con la rielaborazione di parti usate, o di scarto. Una primaria così, abbinata alle pedane arretrate, non si vede tanto spesso su un telaio Dyna. È stata, questa la grande sfida costruttiva di questo progetto, insieme al forcellone originale. Questo è stato restilizzato ad arte per enfatizzare le linee orizzontali e il contrasto fra nero e lucido, che ritroviamo nel design delle ruote billet da 21 e 18 pollici (quindi tre dita sopra le originali da 19 e 17"), nel coperchio del filtro dell'aria firmato Rough Crafts, nella cam cover e nell'alettatura dei cilindri a V. Da notare come il forcellone sia stato valorizzato dalla decisione di accorciare e sovrapporre alla perfezione i terminali di scarico corti e prestazionali, dotati di paracalore artigianali. Un'ulteriore sfida nella sfida: come la primaria, anche i Grenade di Vance & Hines sono disegnati per il telaio Softail, con tutt'altre curve e lunghezze.

Non c'è nulla di davvero scontato sul Geko. Prendete la linea: resta bassa e filante nonostante il diametro dei cerchi, grazie all'inclinazione di tre gradi della forca SJP modificata. Il comparto sospensioni Öhlins finisce egregiamente il lavoro, nel pareggiare l'assetto che mantiene il Super Glide ben piantato sull'asfalto. Piffio ha messo molto del suo sia nel nascondere il T-bar Biltwell dietro il cupolino adattato (arrivato da Luca Franchini, la voce del wrestling in Italia), sia sui parafanghi choppati per avvolgere meglio le Metzeler. Il puntale artigianale, le manopole Arlen Ness e il retrovisore billet OMP sono i tre tocchi finali che precipitano il Geko nel custom di fine XX secolo. Di più: l'elaborata verniciatura nei toni del verde, del giallo e del nero firmata da una sicurezza come Dox Art Facory, oltre alla sella streamlined cucita su misura da LR Leather, connotano la bellezza - a questo punto senza tempo, si può dirlo - di un custom che potrebbe spianare la strada a un trend di ritorno, nel futuro prossimo. Del resto, guardarsi indietro per andare avanti ha sempre funzionato alla grande.

 

Come la superdigger Greta, anche il Geko si è fatto notare ovunque si è presentato. Dopo la targa della Top 20 a MBE 2025, ha mietuto riconoscimenti - fra gli altri - alla 27ª Festa Bikers di Cologno al Serio e a Kustom Kulture di Cesena dove ha riportato il primo premio nella categoria Freestyle. Le targhe da appendere ai muri dell'officina fanno sempre piacere, ma le vere soddisfazioni stanno altrove. Per esempio, nell'essere riuscito a spendere il giusto, sulle parti giuste, accordate nella tonalità giusta. «Claudio aveva deciso soltanto quali sarebbero stati i colori della carrozzeria, poi si è fidato di me e ha visto la moto solo a lavori ultimati. Quando se l'è trovata davanti, si è commosso fino alle lacrime», racconta Piffio. «Guarda, gli ho detto: io a Verona la porto, ma non importa se andrò sul palco delle premiazioni o meno: io ho già vinto nel darti un'emozione così forte». Da qualche parte, il Grande Vecchio guarda e sorride.

Testo: Paolo Sormani | Foto: Daniele Grassi | Modella: Rebecca Alessandra Giacchi (Agenzia Ki.Mo.En) 

 

SCHEDA TECNICA 

PROFILO
Nome della moto
: Geko

Marca e Modello: Harley-Davidson Street Bob
Immatricolazione: 2006
Proprietario: Claudio Lombardi
Preparatore: Meccanicamente, Cormano (MI), tel, 331.8204802, IG @meccanicamente
Anno di costruzione: 2023-24
Tempo di lavorazione: 8 mesi

MOTORE E TRASMISSIONE
Motore: H-D Twin Cam

Layout: bicilindrico a V
Cilindrata: 1.449 cc
Aspirazione: filtro Rough Crafts
Distribuzione: albero a camme Andrews
Scarico: 2-in-2 Vance & Hines Grenade
Trasmissione: cambio a 6 marce, Finale a cinghia

CICLISTICA E FRENI
Telaio: in tubi d'acciaio a doppia culla chiusa

Sospensione ant.: forcella teleidraulica SJP da 49 mm
Sospensione post.: forcellone by Il Meccanicamente
Ammortizzatori: Öhlins pluriregolabili
Piastre: +3°
Ruota ant.
: in lega Performance Machine, 21”

Pneumatico ant.: Metzeler Cruisetec MH90 21
Ruota post.: in lega Performance Machine, 18”
Pneumatico post.: Pirelli Dragon 180/55-18
Freno ant.:
doppio disco PM, pinze a 4 pistoncini
Freno post.:
disco singolo Arlen Ness, pinza a 2 pistoncini

PARTI SPECIALI
C
upolino: mod. Meccanicamente

Codone: Meccanicamente
Serbatoio: H-D 18.2 litri
Parafango post.: aftermarket accorciato
Parafango ant., puntale, pedane, comandi: Meccanicamente
Sella: LR Leather
Portatarga: aftermarket
Manubrio: T-bar Biltwell
Specchietto: OMP regolabile

FINITURE
Colore:
verde/grigio metallizzati
Verniciatura
: Dox Art Factory

Aerografie: dettagli + autore aerografie
Cromatura e lucidatura: Meccanicamente